Scadenze 2018: trattamento delle acque meteoriche nei siti industriali
Normativa di riferimento e interventi richiesti alle aziende per la gestione delle acque meteoriche di dilavamento che interessano siti industriali
Le acque meteoriche che, all’interno di spazi industriali, entrano in contatto con superfici scolanti, quali tetti e piazzali impermeabilizzati, e con quanto collocato su queste (camini, sostanze, materie prime, veicoli, ecc) sono potenzialmente contaminate dall’attività di dilavamento, anche in funzione delle caratteristiche degli elementi su cui vanno a cadere.
A livello nazionale la gestione e lo smaltimento delle acque reflue è normata dal Testo Unico Ambientale D.Lgs. 156/06, al cui interno l’art. 113 offre specifiche disposizioni relative alle acque meteoriche di dilavamento, affidando alle singole Regioni la disciplina delle forme di controllo degli scarichi attraverso specifici piani di settore.
Le imprese, nell’ambito di aspetti (anche) collaterali alla propria attività, sono chiamate quindi al rispetto di specifici riferimenti legislativi per evitare di compromettere la qualità dei corpi idrici.
Alcune tipologie di settori sono sottoposte a maggiori vincoli connessi alla natura delle proprie attività, per esempio il petrolifero, chimico, conciario, cartario, plastico e altri. La normativa specifica quali sono i casi in cui i titolari degli insediamenti hanno obbligo di produrre piani e realizzare misure di adeguamento ai Piani di Tutela delle acque.
Il 31 dicembre 2018 scadranno i termini per la realizzazione delle opere di adeguamento al PTA del Veneto
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