Rapporto nazionale pesticidi nelle acque: trovate 299 sostanze inquinanti, gli insetticidi quelle più diffuse

Il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque  pubblicato dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale Ispra e dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente Snpa riporta i dati delle indagini condotte su 4.775 punti di campionamento e 16.962 campioni.

Sono state cercate complessivamente 426 sostanze e ne sono state trovate 299. La classe di sostanze più rinvenute è quella degli insetticidi, primato che in passato apparteneva agli erbicidi. 

Nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 77,3% dei 1.980 punti di monitoraggio; nelle acque quelle sotterranee nel 32,2% dei 2.795 punti.

Gli effetti nocivi delle sostanze si possono manifestare anche a concentrazioni molto basse ma, per quanto riguarda i limiti ambientali di concentrazione, su oltre il 20% dei punti di monitoraggio per le acque superficiali e il 5% di quelli per acque sotterranee sono stati registrati valori oltre soglia.

Nonostante l’intervallo 2009-2018 abbia visto una sensibile diminuzione delle quantità di prodotti fitosanitari messe in commercio – segnale di una riduzione dell’impiego di sostanze chimiche in agricoltura a favore di tecniche di difesa fitosanitaria a minore impatto e di un aumento dell’agricoltura biologica – i dati fotografano un aumento della diffusione territoriale della contaminazione.

I fenomeni di inquinamento, inoltre, sono destinati a durare nel tempo. Dal rapporto: “La persistenza di certe sostanze, insieme alle dinamiche idrologiche molto lente, specialmente nelle acque sotterranee, rende le contaminazioni ambientali difficilmente reversibili”. La problematica è confermata dal fatto che ogni anno, attraverso i campionamenti, vengano trovate tracce di pesticidi vietati ormai da anni e non più in commercio.

Nelle acque superficiali la percentuale di punti con presenza di pesticidi è aumentata di circa il 25%, in quelle sotterranee di circa il 15%.

Questo aspetto trova risposta nella maggiore copertura ed efficacia dei monitoraggi.

I dati evidenziano la presenza di miscele nelle acque, con un numero medio di 4 sostanze fino ad un massimo di 56 sostanze in un singolo campione.

L’esposizione a miscele di cui non si conosce la composizione rappresenta un pericolo perché la tossicità di una miscela è sempre più alta di quella dei singoli componenti, anche pesticidi, presenti in concentrazioni inferiori ai limiti possono dare luogo a effetti cumulativi non accettabili.

Scarica il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque 

 

Fonte: Ispra